Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
7 marzo 2009 6 07 /03 /marzo /2009 23:44
Una vergognosa censura sul film Katyn
- sab 7 mar
di Domenico Bonvegna

Venerdì prossimo al cinema Palestrina di Milano sarà proiettato il film Katyn del regista polacco Andrzej Wajda.

"Sono in molti ad avere interesse a che il mio film non sia proiettato, ad acquistarne i diritti per non farlo vedere", afferma Wajda intervistato dal settimanale Tempi. Viene mostrato solo in circuiti ristretti, nei cinema d'essai o in rassegne per un pubblico selezionato. Così si fa in modo che non incida, che non abbia un vero rilievo nella mentalità comune". Infatti in Italia dopo lunghe peripezie, è uscito qualche settimana fa soltanto in 60 copie, giusto per pochi intimi.

Ma perché
- si domanda Tempi - in Europa dove circola liberamente qualsiasi film spazzatura cala la mannaia del politicamente corretto su uno dei più grandi autori viventi. Far conoscere la scomoda verità sul massacro dei 22 mila ufficiali polacchi perpetrato dai sovietici durante la seconda guerra mondiale dà ancora fastidio, in particolare nella Russia, dove ancora oggi Stalin è amato, nonostante abbia ucciso milioni di persone, molti ritengono che l'abbia fatto per il bene del suo paese.

Il massacro degli ufficiali polacchi a Katyn, invece, è un crimine senza giustificazioni, - afferma Wajda - che ha infranto tutte le convenzioni di guerra, e quindi qualcuno non vuole che venga ricordato. Mentre i governanti tedeschi hanno riconosciuto i crimini del nazismo, in Russia ancora non si è detta la verità su questo crimine così odioso.

Poi i sovietici, addossato la colpa dell'eccidio all'esercito nazista, datandolo nel pieno dell'avanzata della Wehrmacht verso Mosca (agosto 1941) e sostenendo che i documenti posteriori alla primavera del 1940 sono stati asportati dai tedeschi. Una versione che anche le potenze occidentali avallano, nel clima di distensione con l'alleato russo che caratterizza l'immediato dopoguerra. Ma come scriverà Joseph Mackiewicz, ex giornalista e membro del movimento clandestino polacco, recatosi a Katyn al seguito della Croce Rossa, «dato che ogni cosa era imbevuta e incollata con un liquido cadaverico ributtante e appiccicoso, era impossibile sbottonare tasche o togliere stivali ai morti. Fu necessario tagliarli con il coltello per poter trovare i documenti personali… Nessuna tecnica avrebbe permesso di frugare in quelle tasche, di estrarne degli oggetti, di ricollocarvene degli altri, e poi di riabbottonare le uniformi e riammucchiare i cadaveri, uno strato sull'altro…».

Per i polacchi, invece, c'è l'ordine di tacere e di dimenticare, almeno per i successivi 45 anni: si tratta infatti di una strage pianificata di cui tutti sanno ma sulla quale, sotto il tallone del regime comunista, è fatto divieto parlare, col rischio del carcere.

"Un film su Katyn fino al 1989 sarebbe stato impossibile, perché secondo la versione ufficiale imposta dai sovietici il massacro di ventiduemila ufficiali dell'esercito polacco compiuto nel 1940 nei boschi di Katyn era stato opera dei tedeschi. In realtà in Polonia tutti sapevano che i colpevoli erano i russi, e nessuno era disposto a fare un film intriso di menzogna; così Katyn nella nostra storia rimaneva una ferita aperta. Perché allora non lo abbiamo fatto subito dopo il 1989? Perché sulla vicenda c'era stato come un blocco: mentre tutti gli altri episodi drammatici della Seconda guerra mondiale avevano trovato qualcuno che ne facesse materia di qualche racconto, su Katyn non c'era nulla. Così, realizzare una sceneggiatura è stato un lavoro lungo e difficile. Io ho continuato a leggere tutta la documentazione disponibile, soprattuto i diari delle donne che, come mia madre, avevano perso il marito nella strage. Oggi tutto quel che si vede nel film è rigorosamente basato sui documenti che io ho letto nel corso di anni di ricerche". (Roberto Persico e Annalia Guglielmi, Il caso Wajda. Maestro censurato, 26 febbraio Tempi).

Katyn dura 118 minuti per realizzarlo Wajda ha attinto principalmente da diari, lettere e confessioni, analizzando anche i documenti ufficiali conservati negli archivi polacchi, statunitensi e inglesi - rappresentano due ore scarse di cinema trattenuto, rigoroso, potente, "magistrale", chiuso dall'Agnus Dei del grande Krzysztof Penderecki (su un minuto di schermo nero), che vede impegnati giovani attori emergenti del cinema polacco mentre nel cast tecnico spicca il nome di Pawel Edelman, già direttore della fotografia de Il Pianista (Le Pianiste, 2002, Roman Polanski).

Ecco ora si spera che dopo decenni di silenzi e di censure sui crimini commessi in nome del socialcomunismo anche il cinema cominci a raccontare questa storia. Dunque un 2009 che segna un buon inizio per la Storia sul grande schermo, almeno per quella rimasta (o messa forzatamente) "fuori campo"per decenni.

Rozzano MI, 3 marzo 2009
S. Cunegonda Regina
Domenico Bonvegna
domenicobonvegna[chiocciola]alice. it

Condividi post
Repost0

commenti

I
Mi piacerebbe vederlo , magari lo si potrebbe vedere insieme , grazie. Ciao Arte
Rispondi
O
Arte tra poco avrò questo film, se ti interessa te lo farò avere!!<br /> <br /> ciao ciao,<br /> Orla
Rispondi

Presentazione

  • : IL PUNZECCHIATORE
  • : ....oggi come oggi si tende a non esprimere pubblicamente le proprie idee per non urtare la sensibilità dell'altro,questo alla lunga può far perdere la propria identità ad un intera generazione. A.O
  • Contatti

Archivi

Link